Aclasia esofagea

Che cos’è l’Acalasia Esofagea?

L’acalasia è una malattia funzionale dell’esofago, relativamente rara, con una incidenza stimata intorno a 0.7 – 1.6 nuovi casi per 100.000 abitanti / anno ed una prevalenza di circa 10 pazienti per 100.000 abitanti. L’incidenza dell’acalasia aumenta oltre l’età e raggiunge un’incidenza di 4.8 nuovi casi anno per 100.000 abitanti nei soggetti con 75 anni.

Il Termine acalasia Deriva dal greco  α – καλαπ  Che significa Mancato rilasciamento; fu coniato da un medico inglese (AF Hurst) nel 1930 e ben rappresenta la principale condizione di questa malattia: il mancato rilascio al momento della deglutizione, della parte terminale dell’esofago (cardias). Il bolo alimentare non riesce a passare nello stomaco, rimane bloccato nell’esofago ed il paziente ha la sensazione di non riuscire ad inghiottire. Questo sintomo viene chiamato  disfagia . Il bolo alimentare può tornare in bocca ( rigurgito ) immediatamente od anche a distanza di qualche ora dal pasto. Il paziente può anche avere  dolori toraciciimportanti (i dolori generalmente sono più frequenti nella fase iniziale della malattia). Durante la note si può avere tosse o rigurgito di material biancastro (saliva). Spesso il paziente per inghiottire impara a bere dei liquidi per aumentare il peso del bolo bloccato nell’esofago e spingerlo giù nello stomaco.

Come si fa la diagnosi di acalasia?

In genere il primo esame che viene richiesto è una  esofagogastroduodenoscopia  (I sintomi iniziali della malattia di dolore e rigurgito sono spesso interpretati come sintomi di reflusso gastro-esofageo). Questo esame, specie nelle fasi iniziali della malattia, può essere negativo, salvo un senso di scatto quando lo strumento passa attraverso il cardias contratto per entrare nello stomaco. Quando la malattia è più avanzata, l’endoscopista può riconoscere un lume dell’esofago più dilatato, talvolta con ingesti all’interno e –se la malattia dura da molto tempo- possibili infezioni di funghi (candida) nella mucosa esofega.

Un esame molto indicativo per la diagnosi di acalasia è  l’esame radiografico delle prime vie digestive : il paziente beve un liquido opaco ai raggi X (in genere solfato di bario), il transito di questo “pasto opaco” viene seguito con fluoroscopia e si evidenzia l’arresto di questo passaggio cardiale (Fig 1). Il passaggio del liquido attraverso il cardias è filiforme e l’esofago ha un aspetto a “coda di topo” oa “becco di uccello”. Nelle fasi più avanzate l’esofago si dilata e può perdere l’aspetto rettilineo e diventare tortuoso o “sigmoideo”.
Figura 1: esame radiologico con pasto opaco del paziente con acalasia.

Figura 2: esame radiografico con pasto opaco di acalasia esofagea “scompensata” con aspetto sigmoideo

L’esame che permette una diagnosi di certezza è la  manometria esofagea . Questo consiste nel posizionare una sottile sonda nell’esofago, attraverso una narice, e registrare le variazioni di pressione all’interno del lume esofageo in concomitanza alle deglutizioni. L’esofago normale durante una deglutizione ha delle contrazioni progressive (peristalsi) che “spingono” il bolo verso lo stomaco. A livello del cardias vi è una ristretta zona (di 3-4 cm) dove il muscolo rimane normalmente contratto ed impedisce al contenuto gastrico di tornare indietro nell’esofago (Sfintere Esofageo Inferiore): questa zona al momento dell’arrivo del bolo si rilascia e ne permette il passaggio.Nei pazienti acalasici, la peristalsi scompare (ci sono delle contrazioni simultanee in tutto l’esofago) ed il cardias non si rilascia.

 

Come si possono curare i sintomi dell’acalasia?

Tutte le terapie dell’acalasia si basano sul concetto di diminuire il gradiente pressorio a livello dello Sfintere Esofageo Inferiore e quindi permettere il passaggio del bolo attraverso il cardias, che avviene per gravità. Si possono utilizzare terapie farmacologiche, endoscopiche e chirurgiche.

Le  terapia farmacologica 

Terapie endoscopiche

Dilatazione pneumatica:

POEM, acronimo di miotomia esofagea orale

Cosa si deve fare dopo il trattamento?

Indipendentemente dal tipo di trattamento è comunque utile continuare ad avere dei controlli endoscopici ogni 3 o 4 anni. Nei pazienti con acalasia vi è un lieve, ma statisticamente significativo, aumento del rischio di neoplasia esofagea rispetto alla popolazione generale. Probabilmente questo è legato agli stadi più avanzati della acalasia, ma dato la rarità della malattia è difficile raccogliere dati certi

E se i sintomi ritornano?

Una recidiva dei sintomi si verifica nel 10-20% dei pazienti trattati. E ‘possibile ritrattare questi pazienti con terapie diverse da quella primaria, e cioè possono operare pazineti dilatati o trattai con BOTOX o dilatare pazienti operati con miotomia laparoscopica o eseguire una POEM. La miotomia può essere ripetuta e sono stati riportati casi di recidiva trattati con POEM e casi di recidva dopo POEM trattati con miotomia

Per approfondire è a disposizione della nostra pagina Pubblicazioni all’interno della quale si possono trovare alcuni studi scientifici sul tema.